La ricerca della felicità
Titolo originale: The pursuit of happyness
Nazione: USA
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 117'
Regia: Gabriele Muccino
Cast: Will Smith, Thandie Newton, Jaden Smith, Chandler Bolt, Domenic Bove, Ian Baptiste, Aida Bernardino, Mia Bernardino, Richard Bischoff
Non pago dell'enorme successo ottenuto in Italia, 5 anni dopo l'uscita del suo ultimo film ("Ricordati di me"), Muccino sbarca in America. E lo fa affidandosi ad un cast interamente composto da attori statunitensi. Lo confesso: da amante del cinema italiano, quando sono andato a vedere "La ricerca della felicità" ero abbastanza dubbioso. La scelta di girare negli Stati Uniti con attori americani mi suscitava non poche perplessità. Purtroppo le mie riserve si sono rivelate fondate. La visione del film infatti non è stata capace di sciogliere il dubbio che mi assaliva sin da prima di entrare in sala, ovvero: perché in America?
C'era davvero bisogno di attraversare un oceano per raccontare una storia di una crisi familiare, di stagisti che lavorano duramente senza essere pagati, di disoccupazione e di povertà? Sinceramente penso di no. Per questo, da amante del cinema nostrano, ritengo che Muccino abbia commesso un errore: non perché non sia libero di scegliere liberamente cast e ambientazione per i suoi film (ci mancherebbe), quanto piuttosto perché credo che la pellicola abbia risentito parecchio di questa sua scelta, finendo per venire molto "spersonalizzata".
A prescindere che lo stile di Muccino piaccia o no, è infatti innegabile che in questo film l'impronta caratteristica del regista romano sia quasi del tutto assente. Probabilmente questo farà felici i suoi denigratori ma chi ha apprezzato film come "L'ultimo bacio" o "Come te nessuno mai" non potrà fare a meno di notare l'assenza in questo lavoro del tanto amato (e odiato) «Muccino-Style». Per dirla in altri termini, questo film l'avrebbe potuto girare qualsiasi altro anonima regista hollywoodiano. E probabilmente non si sarebbe notata alcuna differenza, tanto più ché il nostro Gabriele non ha avuto nemmeno l'accortezza di evitare i banali clichè del cinema statunitense, quali (per fare un esempio) i primi piani della bandiera a stelle e strisce con tanto di sottofondo musicale drammatico e altisonante.
Il risultato è un film sicuramente non brutto e ottimamente interpretato dai due protagonisti Will Smith e Jaden Smith (ma sono padre e figlio anche nella realtà?) che riescono a far passare in secondo piano la pessima recitazione di Thandie Newton, doppiata (male) da una Sabrina Impacciatore sicuramente non impeccabile.
Nonostante il film si attesti sulla sufficienza abbondante, l'opera si colloca troppo a ridosso di quella "pericolosissima" categoria dei film "ben fatti", all'interno della quale spesso finiscono tutte quelle pellicole girate ad arte e magari capaci anche di strappare qualche lacrima nelle scene più commoventi, ma incapaci di trasmettere vere emozioni e di lasciare un segno nello spettatore.
Voto: 3/5
Nazione: USA
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 117'
Regia: Gabriele Muccino
Cast: Will Smith, Thandie Newton, Jaden Smith, Chandler Bolt, Domenic Bove, Ian Baptiste, Aida Bernardino, Mia Bernardino, Richard Bischoff
Non pago dell'enorme successo ottenuto in Italia, 5 anni dopo l'uscita del suo ultimo film ("Ricordati di me"), Muccino sbarca in America. E lo fa affidandosi ad un cast interamente composto da attori statunitensi. Lo confesso: da amante del cinema italiano, quando sono andato a vedere "La ricerca della felicità" ero abbastanza dubbioso. La scelta di girare negli Stati Uniti con attori americani mi suscitava non poche perplessità. Purtroppo le mie riserve si sono rivelate fondate. La visione del film infatti non è stata capace di sciogliere il dubbio che mi assaliva sin da prima di entrare in sala, ovvero: perché in America?
C'era davvero bisogno di attraversare un oceano per raccontare una storia di una crisi familiare, di stagisti che lavorano duramente senza essere pagati, di disoccupazione e di povertà? Sinceramente penso di no. Per questo, da amante del cinema nostrano, ritengo che Muccino abbia commesso un errore: non perché non sia libero di scegliere liberamente cast e ambientazione per i suoi film (ci mancherebbe), quanto piuttosto perché credo che la pellicola abbia risentito parecchio di questa sua scelta, finendo per venire molto "spersonalizzata".
A prescindere che lo stile di Muccino piaccia o no, è infatti innegabile che in questo film l'impronta caratteristica del regista romano sia quasi del tutto assente. Probabilmente questo farà felici i suoi denigratori ma chi ha apprezzato film come "L'ultimo bacio" o "Come te nessuno mai" non potrà fare a meno di notare l'assenza in questo lavoro del tanto amato (e odiato) «Muccino-Style». Per dirla in altri termini, questo film l'avrebbe potuto girare qualsiasi altro anonima regista hollywoodiano. E probabilmente non si sarebbe notata alcuna differenza, tanto più ché il nostro Gabriele non ha avuto nemmeno l'accortezza di evitare i banali clichè del cinema statunitense, quali (per fare un esempio) i primi piani della bandiera a stelle e strisce con tanto di sottofondo musicale drammatico e altisonante.
Il risultato è un film sicuramente non brutto e ottimamente interpretato dai due protagonisti Will Smith e Jaden Smith (ma sono padre e figlio anche nella realtà?) che riescono a far passare in secondo piano la pessima recitazione di Thandie Newton, doppiata (male) da una Sabrina Impacciatore sicuramente non impeccabile.
Nonostante il film si attesti sulla sufficienza abbondante, l'opera si colloca troppo a ridosso di quella "pericolosissima" categoria dei film "ben fatti", all'interno della quale spesso finiscono tutte quelle pellicole girate ad arte e magari capaci anche di strappare qualche lacrima nelle scene più commoventi, ma incapaci di trasmettere vere emozioni e di lasciare un segno nello spettatore.
Voto: 3/5