Mio fratello è figlio unico
Titolo originale: Mio fratello è figlio unico
Nazione: Italia
Anno: 2007
Genere: Commedia
Durata: 100'
Regia: Daniele Luchetti
Cast: Riccardo Scamarcio, Elio Germano, Angela Finocchiaro, Massimo Popolizio, Luca Zingaretti, Anna Bonaiuto
Mio fratello è figlio unico è una commedia piacevole, divertente e ben fatta ambientata in Italia negli anni 60. Luchetti lascia però di sfondo quel decennio sociale e politico tanto tormentato proprio per far sì che a spiccare nel racconto fossero soprattutto i personaggi che si avvicendano nella cornice provinciale di Latina.
Il film incrocia con leggerezza commedia, famiglia e politica riuscendo a raccontare lo scontro ideologico di quegli anni come una storia di famiglia nella quale a lottare sono i due fratelli Accio e Manrico, il primo fascista quasi per dispetto, il secondo comunista per tradizione (e donnaiolo per vocazione).
Il cast è eccezionale: Accio è prima l'adolescente Vittorio Emanuele Properzio e poi il giovane Elio Germano (e il passaggio di età è veramente ben fatto), Manrico è Riccardo Scamarcio, bravo e bello (ma che nessuno lo paragoni a James Dean perché il confronto davvero non sta in piedi), madre e padre sono Angela Finocchiaro e Massimo Popolizio, assolutamente perfetti. Completano il cast Luca Zingaretti, un ruspante e virile venditore ambulante che trasmette ad Accio il suo amore per il fascismo, e Anna Bonaiuto, sua moglie infedele.
Quello che forse manca alla pellicola sono lo spazio e il tempo necessari per far incrociare i tanti percorsi esistenziali dei personaggi: a parte Elio Germano che è quasi sempre in scena, gli altri attori appaiono e scompaiono senza potersi rivelare fino in fondo. I bravi sceneggiatori Petraglia e Rulli, trovandosi di fronte così tante storie e temi diversi, avranno probabilmente rimpianto i tempi lunghi di "La meglio gioventù": così alla fine emerge bene il rapporto conflittuale tra i due fratelli, sempre in lotta fino alla riconciliazione finale, mentre viene spiegato molto poco cosa cambia (e perché) con l'arrivo dei funesti anni Settanta (non si capisce bene come Manrico improvvisamente entri in clandestinità o perché di punto in bianco compaiano pistole e attentati).
È pur vero che la commedia di Luchetti non vuole essere storica o politica nè condurre un'analisi sulla lotta armata ma è indubbio che il film nel finale sbandi in una direzione debole e un po' banale: sembra quasi che dopo la nascita del figlio di Manrico, a poche decine di minuti dalla fine, inizi tutto un altro film che però lo spettatore non ha neppure il tempo di capire, seguire e apprezzare. Un vero peccato, o forse un sintomo. Come ha scritto Fabio Ferzetti sul Messaggero, diventare adulti non è facile. Nemmeno per le commedie.
Voto: 3½/5
Nazione: Italia
Anno: 2007
Genere: Commedia
Durata: 100'
Regia: Daniele Luchetti
Cast: Riccardo Scamarcio, Elio Germano, Angela Finocchiaro, Massimo Popolizio, Luca Zingaretti, Anna Bonaiuto
Mio fratello è figlio unico è una commedia piacevole, divertente e ben fatta ambientata in Italia negli anni 60. Luchetti lascia però di sfondo quel decennio sociale e politico tanto tormentato proprio per far sì che a spiccare nel racconto fossero soprattutto i personaggi che si avvicendano nella cornice provinciale di Latina.
Il film incrocia con leggerezza commedia, famiglia e politica riuscendo a raccontare lo scontro ideologico di quegli anni come una storia di famiglia nella quale a lottare sono i due fratelli Accio e Manrico, il primo fascista quasi per dispetto, il secondo comunista per tradizione (e donnaiolo per vocazione).
Il cast è eccezionale: Accio è prima l'adolescente Vittorio Emanuele Properzio e poi il giovane Elio Germano (e il passaggio di età è veramente ben fatto), Manrico è Riccardo Scamarcio, bravo e bello (ma che nessuno lo paragoni a James Dean perché il confronto davvero non sta in piedi), madre e padre sono Angela Finocchiaro e Massimo Popolizio, assolutamente perfetti. Completano il cast Luca Zingaretti, un ruspante e virile venditore ambulante che trasmette ad Accio il suo amore per il fascismo, e Anna Bonaiuto, sua moglie infedele.
Quello che forse manca alla pellicola sono lo spazio e il tempo necessari per far incrociare i tanti percorsi esistenziali dei personaggi: a parte Elio Germano che è quasi sempre in scena, gli altri attori appaiono e scompaiono senza potersi rivelare fino in fondo. I bravi sceneggiatori Petraglia e Rulli, trovandosi di fronte così tante storie e temi diversi, avranno probabilmente rimpianto i tempi lunghi di "La meglio gioventù": così alla fine emerge bene il rapporto conflittuale tra i due fratelli, sempre in lotta fino alla riconciliazione finale, mentre viene spiegato molto poco cosa cambia (e perché) con l'arrivo dei funesti anni Settanta (non si capisce bene come Manrico improvvisamente entri in clandestinità o perché di punto in bianco compaiano pistole e attentati).
È pur vero che la commedia di Luchetti non vuole essere storica o politica nè condurre un'analisi sulla lotta armata ma è indubbio che il film nel finale sbandi in una direzione debole e un po' banale: sembra quasi che dopo la nascita del figlio di Manrico, a poche decine di minuti dalla fine, inizi tutto un altro film che però lo spettatore non ha neppure il tempo di capire, seguire e apprezzare. Un vero peccato, o forse un sintomo. Come ha scritto Fabio Ferzetti sul Messaggero, diventare adulti non è facile. Nemmeno per le commedie.
Voto: 3½/5
1) Il figlio non è di Accio.
2) A me il finale è piaciuto tanto.
3) Hai letto per caso la recensione di Kezich sul Corriere?! Mi sembra ci sia qualche ispirazione... :-P
1) Già corretto.
2) Il finale in sè anche a me è piaciuto tanto. Non mi è piaciuta tanto tutta la fase finale del film, diciamo dall'inizio della clandestinità di Manrico in poi. Mi è sembrato ci fosse un po' troppa carne al fuoco.
3) Sì, leggo decine di recensioni ogni volta prima di scrivere la mia. Sto diventando un esperto... ormai conosco tutti i critici d'Italia! ;-)
E chi è che ti ha prontamente segnalato l'errore (come sempre del resto!)???;-P cmq il film è piaciuto molto anche a me, e nonostante quello che si potrebbe pensare (chissà poi come mai...:-)),ho preferito Elio Germano a Scamarcio!
Come interpretazione immagino... o anche esteticamente?
Comunque quanto a recitazione assolutamente meglio Germano anche secondo me!
no no, come interpretazione ( ci mancherebbe altro... ;-P)!!!è stato davvero bravo!