XXY
Titolo originale: XXY
Nazione: Argentina
Anno: 2007
Genere: Drammatico
Durata: 91'
Regia: Lucía Puenzo
Cast: Valeria Bertuccelli, Ricardo Darín, Inés Efron, Carolina Pelleritti, Germán Palacios, Martín Piroyansky, Guillermo Angelelli, César Troncoso, Jean Pierre Reguerraz, Ailín Salas, Luciano Nobile, Lucas Escariz
XXY è un perfetto esempio di cinema fatto con pochi soldi e una splendida idea: l'esordiente Lucía Puenzo ci racconta la storia di Alex, una bambina ermafrodita quindicenne, alle prese con la scoperta della sua sessualità tra segreti, paure, prese in giro, sofferenza e amore. La regista dimostra non solo grande lucidità ma anche una notevole conoscenza del fenomeno. Il film è molto diretto ma allo stesso tempo sensibile e lascia trasparire con forza la complessità della situazione di Alex che finisce per essere colpevolizzata ed additata di ambiguità non solo dai suoi coetanei ma purtroppo anche da chi dovrebbe invece aiutarla.
La Puenzo riesce nel tentativo di mostrarci senza esibire, di spiegare senza scandalizzare, preferendo gli sguardi alle parole per mettere in scena un dramma personale difficile da raccontare senza rischiare di sfociare in squallido voyeurismo. L'operazione è difficoltosa ma ha successo grazie soprattutto alla poesia intrinseca di alcune scene e di alcuni lunghi e struggenti silenzi.
Forse talvolta un po' troppo didattico, il film ha però dalla sua anche un gran coraggio: la regia è infatti umile ma ambiziosa e affronta senza paura scene molto difficili e forse in alcune occasioni (per esempio nel rapporto sessuale tra Alex e il suo amico, descritto in modo molto semplicistico e sbrigativo) paga un po' questa scelta, che comunque va indubbiamente apprezzata.
Vincitore del Gran Premio della Giuria e miglior film della Settimana della Critica a Cannes 2007, l'opera è interpretata da un cast di attori che affrontano i loro ruoli drammatici in modo estremamente realistico senza abbandonarsi ad enfasi teatrali che male si sarebbero conciliate con le atmosfere e le storie narrate. Su tutti spicca Inés Efron, bravissima nella parte di Alex, capace di emozionare e trasmettere ambiguità e dolore con un solo sfuggente sguardo. Bravi anche gli altri attori, anche se forse alcuni esageratamente calcati fino a diventare quasi macchiettistici (in particolare l'amico gay-confuso-inesperto della protagonista e suo padre, talvolta esageratamente cinico, maschilista e omofobo).
Nel complesso un film molto duro ma sicuramente da vedere, se non altro perché è una delle prime volte (se non la prima in assoluto) che il cinema affronta il tema dell'ermafroditismo, così poco discusso e conosciuto.
Voto: 3½/5
Nazione: Argentina
Anno: 2007
Genere: Drammatico
Durata: 91'
Regia: Lucía Puenzo
Cast: Valeria Bertuccelli, Ricardo Darín, Inés Efron, Carolina Pelleritti, Germán Palacios, Martín Piroyansky, Guillermo Angelelli, César Troncoso, Jean Pierre Reguerraz, Ailín Salas, Luciano Nobile, Lucas Escariz
XXY è un perfetto esempio di cinema fatto con pochi soldi e una splendida idea: l'esordiente Lucía Puenzo ci racconta la storia di Alex, una bambina ermafrodita quindicenne, alle prese con la scoperta della sua sessualità tra segreti, paure, prese in giro, sofferenza e amore. La regista dimostra non solo grande lucidità ma anche una notevole conoscenza del fenomeno. Il film è molto diretto ma allo stesso tempo sensibile e lascia trasparire con forza la complessità della situazione di Alex che finisce per essere colpevolizzata ed additata di ambiguità non solo dai suoi coetanei ma purtroppo anche da chi dovrebbe invece aiutarla.
La Puenzo riesce nel tentativo di mostrarci senza esibire, di spiegare senza scandalizzare, preferendo gli sguardi alle parole per mettere in scena un dramma personale difficile da raccontare senza rischiare di sfociare in squallido voyeurismo. L'operazione è difficoltosa ma ha successo grazie soprattutto alla poesia intrinseca di alcune scene e di alcuni lunghi e struggenti silenzi.
Forse talvolta un po' troppo didattico, il film ha però dalla sua anche un gran coraggio: la regia è infatti umile ma ambiziosa e affronta senza paura scene molto difficili e forse in alcune occasioni (per esempio nel rapporto sessuale tra Alex e il suo amico, descritto in modo molto semplicistico e sbrigativo) paga un po' questa scelta, che comunque va indubbiamente apprezzata.
Vincitore del Gran Premio della Giuria e miglior film della Settimana della Critica a Cannes 2007, l'opera è interpretata da un cast di attori che affrontano i loro ruoli drammatici in modo estremamente realistico senza abbandonarsi ad enfasi teatrali che male si sarebbero conciliate con le atmosfere e le storie narrate. Su tutti spicca Inés Efron, bravissima nella parte di Alex, capace di emozionare e trasmettere ambiguità e dolore con un solo sfuggente sguardo. Bravi anche gli altri attori, anche se forse alcuni esageratamente calcati fino a diventare quasi macchiettistici (in particolare l'amico gay-confuso-inesperto della protagonista e suo padre, talvolta esageratamente cinico, maschilista e omofobo).
Nel complesso un film molto duro ma sicuramente da vedere, se non altro perché è una delle prime volte (se non la prima in assoluto) che il cinema affronta il tema dell'ermafroditismo, così poco discusso e conosciuto.
Voto: 3½/5
>La regista dimostra non solo grande >lucidità ma anche una notevole >conoscenza del fenomeno
Il film è la trasposizione cinematografica di un romanzo uscito alcuni anni fa: Geoffrey Eugenides, Middlesex, Mondadori. L'autore se non sbaglio ha vinto il Pulizer. Nonostante il volume di 500 pagine e oltre, il romanzo potrai immaginare che si legge con molta facilità. Nel finale ci possano essere alcuni punti passibili di critica - nel senso che l'intreccio narrativo ha alcune lacune secondarie: tipo un personaggio che viene dimenticato per strada... Ma la storia è molto avvincente decisamente. Sul sito dell'ILGA (Europe) per chi può essere interessato si trovano maggiori informazioni sul tema dell'ermafroditismo. Tra parentesi anche una delle storiche rappresentanti dell'associazione, che fu militante a Genova (o Roma?) negli anni '80-'90 è rappresentante della realtà "intersexed". Ciao. M.